Elisabi, personalità tradotta sulla pelle

Elisabi, al secolo Elisa Baldassarri, ha un tale interesse per la moda che prima ancora di farne la sua professione ha scelto di dedicarle non una, ma addirittura due tesi di laurea. Sull’argomento insomma è difficile coglierla impreparata, e questo vale ancor di più se si stringe il fuoco su uno dei temi specifici delle sue discussioni, tema che le è entrato talmente nel cuore da caratterizzare anche una vera e propria svolta di vita. “La discussione riguardava l’arte del riciclo – spiega lei stessa – e in effetti dopo quella tesi è cambiato anche il mio modo di intendere e mettere in pratica l’idea di moda”.

“Si è trattato di una vero e proprio punto di ripartenza – prosegue – perché da quel momento, pur continuando a realizzare abiti come già facevo da un po’, sono stata letteralmente preda di una nuova, stimolante fissazione: destrutturare i vestiti, scomporli letteralmente in molecole, per crearne di nuovi, assecondando gli istinti e gli stimoli creativi scatenati da quella che mi pare essere una vera e propria liberazione di energia”. E di energia nelle creazioni di Elisa se ne avverte tanta: si tratti di bijoux, borse, accessori o capi di abbigliamento, nel suo laboratorio artigianale di Faenza la tensione di questo processo creativo si percepisce a pelle e, se indagata a fondo, ha sempre qualcosa da dire sul perché di un determinato taglio, stile o abbinamento.

“Spesso proviamo a comunicare qualcosa di noi indossando abiti – afferma lei stessa – ma io provo più soddisfazione a farlo con le cose che creo, e l’emozione più bella sboccia ogni volta che qualcuno si riconosce nei miei prodotti e li indossa quasi come se si sentisse a casa”. L’aspirazione massima, rimanendo alle sue parole, è perciò quella di affermarsi come un vero e proprio “traduttore di personalità”. “Assieme all’imperativo di lavorare solo a mano – spiega e prosegue Elisa – si tratta dell’unico altro comandamento che osservo, impegnandomi nella produzione di pezzi unici e combinando per farlo a volte materiali nuovi e usati, delle altre solo nuovi, e altre ancora solo usati”.

Ed è in quest’ultima tipologia di mix che rientrano le creazioni ricavate dai vecchi abiti di alcune delle clienti del suo laboratorio. Elisabi lavora infatti anche su vecchi capi ai quali le persone sono particolarmente affezionate, ma che non indosserebbero più perché ormai passati di moda, usandoli come materiale originario per il disegno di nuovi modelli che tengano insieme le linee e le forme del presente, con il dolce retrogusto del passato. Discorso che viene ripreso, ma concentrandosi in questo caso su dettagli e particolari, per altri interventi quali riparazioni di sartoria e personalizzazioni di capi come divise da lavoro e biancheria, servendosi alla bisogna di piccoli ricami, immagini, loghi o altri tipi di marchi, anche forniti direttamente dai clienti.

Infine, per tornare al curriculum, non si possono non citare gli oggetti di design frutto degli anni di studio di Elisa. Tra maniglie, ciotole, altri tipi di contenitori e soluzioni per lo spazio, anche questa produzione fa parlare di sé per la scelta di contare su “dettagli discreti” e mai in cerca di clamore. “Se alla base ci sono stile e carattere – conclude lei stessa – basta lasciarli parlare da soli. Chi ha orecchie per sentire, e soprattutto occhi per apprezzare, alla fine riesce sempre a capire quanto di bello e interessante hanno da dire”.

I vestiti e le creazioni di Elisabi saranno esposti e Palazzo Tubertini, dal 7 al 9 dicembre, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Un saggio della sua produzione, e la filosofia che la sottende, sono presentati sul sito www.elisabi.it e sulla sua pagina Facebook.

La Crisalide, il vintage in versi

Maria Alloisio ama la poesia e il vintage con la stessa intensità, e siccome non riesce proprio a pensare che una delle due passioni possa avere il sopravvento sull’altra, ha deciso di unirle entrambe in un unico, suggestivo progetto. Il progetto si chiama “Crisalide”, e come un bozzolo raro e prezioso custodisce versi e vestiti, anzi, per essere più precisi, un verso per ogni vestito.“Propongo e associo un abito per ognuna delle poesie che mi capita di comporre – afferma Maria – mossa dalla convinzione che il vintage e la poesia vivano e si alimentino di sogni, e soprattutto che entrambi siano destinati a rinascere ogni volta che qualcuno rilegge un verso, oppure indossi un abito già appartenuto ad altri”.

Quando si entra nella sua bottega di Orzinuovi, in provincia di Brescia, viene perciò da pensare di essere finiti tra le pagine di un bel libro che narra di cose fatte bene e con cura. E sfogliandolo non si può fare a meno di continuare a cullarsi tra immagini e metafore: tagli, cuciture, tessuti e altri minuziosi particolari sembrano quasi virgole e pause di respiro in grado di dare anima e carattere a vestiti e accessori che hanno sempre qualcosa di interessante e ispirato da dire. “D’altronde – spiega la stessa Maria – fin da quando ero piccola e andavo in pellegrinaggio in veri e propri templi del vintage come la Montagnola di Bologna o la Fiera di Napoleone a Milano, ho pensato che quei vestiti bellissimi fossero dei piccoli tesori, e che nella mia vita sarebbe stato bello poterne scoprire e riproporre il più possibile”.

Un desiderio che Maria è riuscita a realizzare, mostrando tra l’altro sempre la massima considerazione per un’idea, quale quella del vintage, non immune da attacchi e cattive interpretazioni. “Dopo il grande boom degli ultimi anni – precisa – l’usato, che ormai tutti chiamano vintage senza fare a volte grosse distinzioni tra le offerte, è stato vittima di grandi speculazioni economiche e di immagine, con tutto quello che ne è derivato sia per quanto riguarda i prezzi, sia se si pensa alla qualità delle proposte”.È anche per questo motivo quindi che all’interno del suo negozio un cartello specifica a chiare lettere che la Crisalide offre “vestiti usati”, e non vintage. Le serve, spiega, per rispettare un ideale di riciclo che va al di là della moda e del fashion, e affonda le radici in una convinzione etica tramandata dalla sua famiglia contadina: “fin da bambina mia madre mi vestiva con abiti usati, con abiti riciclati, i soldi erano pochi ma la dignità era grande”.

“Ho sempre tenuto fede a questo universo – prosegue Maria – così come ho fatto e continuo a fare quando mi dedico a quello parallelo della poesia”.

E i risultati nella bottega della Crisalide e nei mercatini dove le capita di esporre si vedono e ancora prima avvertono nell’aria. Per Maria i vestiti e gli accessori sono preziosi depositari di storie e come tali vanno trattati. Storie scritte con ago e filo, che parlano di chi li ha indossati e dello stile con cui lo ha fatto. “Il mio compito – conclude – è di accogliere quelle storie, rispettarle quanto più possibile e fare di tutto perché altre persone, indossando nuovamente quei capi, possano magari continuare a scriverle e alimentarle in prima persona”.

I capi e gli accessori de La Crisalide saranno esposti dal 7 al 9 dicembre a Palazzo Tubertini, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Intanto è possibile conoscere l’offerta di Maria sul sito www.lacrisalidevintage.blogspot.it e sulla sua pagina Facebook (www.facebook.com/LaCrisalide).

Madame S, Femminile Singolare

Madame S è Simona Bandini, “ragazza vintage anche nella vita di tutti i giorni”, come ama definirsi, tenendo insieme in un’unica formula le due passioni sulle quali sta costruendo la sua professione. Queste passioni sono la femminilità, anzi la “iperfemminlità” per tornare alle sue parole, e tutto il meglio che il passato ha saputo produrre per vestire, valorizzare e abbellire le donne. “Certo – ci dice – Audrey Hepburn e Coco Chanel di fascino ne avevano da vendere a prescindere, ma come non ricordare il tubino nero indossato dalla prima o le leggendarie collane di perle sfoggiate dalla seconda? E come non riconoscere che è anche grazie a questi stupendi particolari che sono diventate icone senza tempo?”. In effetti sarebbe difficile farlo, diciamo anche impossibile, così come sarebbe difficile negare che, si tratti di cappelli, cuffiette, abiti o accessori, tutto quello che vive del tocco di Madame S ha un inconfondibile e seducente gusto retrò. “Mi metto in gioco ogni giorno per infondere alle mie creazioni lo charme e lo stile delle dive del passato – prosegue Simona – provo a farlo con amore e la minima attenzione al dettaglio, convinta come la Chanel che la moda cambia ma lo stile resta, così come che l’eleganza, quando è sobria e ispirata, non passa mai inosservata”.

E inosservati non passano i suoi bijoux realizzati con perle e pietre dure e rallegrati dalle tante gamme di tagli e colori, scelte anche in base alle stagioni e alle richieste delle clienti. Né si rimane indifferenti al cospetto dei tanti cappelli – dalla calottina anni ’20, al basco alla francese, ai modelli “a cloche” – lavorati all’uncinetto con lane, feltro e fettucce morbidissime a seconda dei casi, e decorati con fiocchi in raso, pizzi, fiori in tessuto e altri piccoli, suggestivi dettagli.

“I dettagli e i materiali sono come colori su una tavolozza che cerco di usare per rendere particolare ogni singolo accessorio – spiega Simona – e anche in questo caso gli oggetti che arrivano dal passato, magari scovati per caso in un mercatino dell’antiquariato o nel baule della nonna, sono quelli più adatti per attribuire stile e carattere alle mie creazioni”. Creazioni che, per quanto riguarda gli accessori, Madame S realizza anche in base alle collezioni che i negozi con cui collabora hanno scelto nel loro campionario, affinché abiti e oggetti, ci dice, “possano essere perfettamente abbinati e parlare lo stesso linguaggio”.

Un linguaggio che Simona tesse e sviluppa con ago, filo e tanta perizia artigianale, provando a ricamare storie al femminile che sappiano parlare tanto agli occhi quanto al cuore. “Ognuna di noi è legata alla sua personalissima storia – conclude – e la mia piccola, grande missione è quella di realizzare capi ed oggetti unici come le donne che sceglieranno di indossarli”.

Le creazioni di Madame S saranno esposte a Palazzo Tubertini, dal 7 al 9 dicembre, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Nell’attesa è possibile ammirarle e farsi un’idea del loro stile sul sito www.madames.it.

Aloe, vintage e remake con lo sguardo sbarazzino

San Matteo della Decima, nel cuore della bassa emiliana, è la “patria” del cocomero e del melone. Ultimamente però, sta facendo parlare di sé anche grazie ad una firma che ha puntato con determinazione su una produzione dal sapore neovintage e remake altrettanto gustosa, energetica e colorata. La firma si chiama Aloe Fashion, e a proporla è Maurizio Sgarbi, vero e proprio “figlio d’arte” di una tradizione sartoriale che non ha perso la forza di innovare, sedurre e conquistare. “Mia madre lavorava nel campo della lingerie artigianale di alta fascia – afferma – poi quando questo settore ha dovuto piegarsi e vendere l’anima ad altre logiche, ha deciso di lanciarsi in proprio nell’abbigliamento, e quel punto anche io, nato e cresciuto a pane e tessuti, ho seguito la sua vocazione.” E così se la mamma di Maurizio ancora oggi dà un prezioso contributo disegnando le confezioni assieme ad alcune amiche ed ex colleghe, a lui spetta il compito di mantenere al passo coi tempi questa tradizione. “Anzi, anche qualche passo avanti”, come dice lui stesso col sorriso sulle labbra.

“Cerco di proporre un made in Italy orgoglioso di essere tale, e allo stesso tempo di innovare il concetto di remake”, spiega Maurizio. “Per questo – prosegue – se con i materiali mi rifornisco solo ed esclusivamente con tutto ciò che sa e profuma di vintage, per quanto riguarda la modellistica provo a essere il più possibile contemporaneo, quando non proprio visionario e un po’ spregiudicato”. Concetti e parole d’ordine che prendono corpo, anima e colore in tre linee: Uomo, Donna e Aloe, quest’ultima particolarmente votata ad assecondare le fantasie del papà.

Papà, come si definisce lo stesso Maurizio, “perché “Aloe è la mia vera bambina, oltre che un prodotto talmente avanti da aver visto cose che noi umani, a volte, neanche immaginiamo”. E se il riferimento alla migliore fantascienza contiene ovviamente le sue giuste dosi di ironia (“in fondo, nel campo della moda nessuno inventa niente da zero”, dice lo stesso Maurizio), un briciolo di verità in queste parole non manca. “Me ne sono accorto – continua il titolare – quando due anni dopo avere pensato e prodotto una sciarpa dotata di maniche, ho visto un prodotto praticamente uguale in un negozio di Londra. E non si è trattato della prima né dell’ultima volta che sono rimasto sbalordito di fronte a sorprese di questo tipo”. Più in generale, oltre ad avere lo sguardo proiettato al futuro, Aloe di distingue per un approccio sempre naturale alla vita, e una versatilità che solo una bambina dalla mente aperta e ispirata potrebbe vantare. “I tessuti che utilizzo per questa linea sono viscose, lini, cotoni e comunque mai materiali sintetici, e anche i ricami fatti su di essi sono del tutto naturali – spiega Maurizio – mentre per quanto riguarda i tagli l’idea è di essere sintonizzato il più possibile sul presente e sul fatto che ogni donna potrebbe avere una propria idea su come indossare e sfoggiare quei capi”. Per questo i prodotti di Aloe nascono già con l’idea di potere cambiare in corso d’opera, magari con un colpo di ago e filo che chiunque può dare recuperandoli dal cartellino, o con nuove colorazioni che è possibile effettuare, trattandosi di prodotti naturali, con un semplice e rapido passaggio in lavatrice. “Aloe è una bambina che ogni giorno si sveglia con un pensiero diverso sul come stare al mondo – prosegue Maurizio – ama molto guardarsi allo specchio e si cambia d’abito a seconda del proprio stato d’animo. È così che la immagino e la coccolo nella mia mente, ed è così che spero la interpretino e soprattutto se la sentano addosso le mie clienti”.

Clienti che non mancano, considerati gli oltre 30 negozi riforniti in Italia e lo straordinario giro del mondo che stanno facendo le produzioni di Maurizio. E alcune di queste produzioni saranno esposte e messe in vendita anche in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market, in programma dal 7 al 9 dicembre a Palazzo Tubertini, nell’attesa che tornino ad essere presentate anche on line nella nuova versione del sito www.mauriziosgarbi.it, attualmente oggetto di restyling.

“Il Borsaiolo”, bellezza, qualità e unicità a portata di mano

A un passo dallo splendido Arco del Meloncello e dallo Stadio Dall’Ara, ai piedi di quel Santuario di San Luca che la identifica in Italia e nel mondo, Bologna ospita una bottega che chi adora le borse non può non conoscere.Quel posto è il piccolo tempio laico di Marco Ferriani, in arte “Il Borsaiolo”, da anni custode di una tradizione artigianale che fa dell’appagamento dei clienti il proprio vanto principale. Marco infatti non si limita a progettare e vendere collezioni di borse ad importanti brand italiani e stranieri, arrivando anche a New York, ma ne realizza di proprie e le propone ai privati, nel suo laboratorio di Via Saragozza, e presso alcuni commercianti locali. Quattro i marchi, tutti ovviamente registrati, coi quali differenzia le proprie proposte: “Marco Ferriani”, “MF”, “Il Borsaiolo by Marco Ferriani” e “Made in Saragozza 219, Italy by Marco Ferriani”.

Creazioni artigianali ed originali che partendo dai desideri e dal personalissimo senso estetico di chi quelle borse dovrà poi portarle con sé, si caratterizzano sempre come un piccolo, grande prodotto d’artigianato che, spiega lo stesso Marco, rappresenta “un vero e proprio ritorno al futuro”. “Tutto quello che viene creato in questo laboratorio ha un destino assolutamente unico e particolare – prosegue – e quel destino comincia a prendere forma quando un nuovo cliente varca la porta e mi parla delle emozioni che vorrebbe provare a lavoro ultimato, quando la borsa sarà pronta per essere consegnata”. Prima ancora di poterla personalizzare riempiendola con le proprie cose, chi si rivolge a Marco sa perciò di poter dare una impronta del tutto speciale alla borsa fin dalle fasi di ideazione e progettazione, per proseguire poi con la scelta dei materiali e dei dettagli, lungo un percorso costruito e pensato su misura esclusiva dei suoi gusti e bisogni.

Gusti e bisogni che Marco è chiamato a interpretare usando le pelli e i tessuti più indicati e producendo rigorosamente a mano ogni singolo pezzo,  guidato da una manualità sapiente e ispirata che tiene insieme la ricercatezza e la cura per il dettaglio, con la massima semplicità e linearità. “Per la realizzazione di alcuni accessori e particolari ci rivolgiamo ad artigiani della zona o comunque solo italiani – aggiunge “Il Borsaiolo” – e questo ci permette sia di assicurare la massima qualità, sia di garantire i tempi di consegna concordati, anche quando si tratta di piccole produzioni che pure produciamo ”. Siano comunque pezzi singoli o serie limitate, le borse di Marco si distinguono sempre per la capacità di dire qualcosa di originale, in virtù di un linguaggio e di sfumature espressive che solo i migliori artigiani sanno infondere alle proprie creazioni.

“Il marchio ‘Il Borsaiolo’ – continua Marco – ha forza e vive del piacere di alludere e portare rispetto, con un po’ di sana ironia, a chi, come me, servendosi delle mani, esercita un mestiere che permette di realizzare i sogni propri ed altrui”. E rimanendo in tema di ironia fino alla fine, Marco ringrazia i clienti con un packaging che, nella sua formula  all’americana e un po’ veloce, “thnk for ur money”, si caratterizza come un ulteriore elemento di stile, signorilità e attenzione ai particolari.

Alcune borse e altri accessori di Marco Ferriani saranno esposti dal 7 al 9 dicembre a Palazzo Tubertini, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Nel frattempo è possibile dare un’occhiata al sito www.marcoferrianiborse.net e alla sua pagina Facebook.

Felicita, recupero, creazioni emozionali e un accento che cade sempre sullo stile

Chi lo ha detto che se una cosa è vecchia, passata di moda, il suo tempo è ormai scaduto? Di certo non la Signorina Felicita, ovvero due ragazze appassionate e impegnate a vario titolo nei campi della grafica, della moda, del design e dell’arredamento, che hanno deciso di fare della creazione emozionale basata sul recupero una vera e propria missione. “Ci piace lavorare su oggetti e capi dimenticati e a volte letteralmente sepolti nell’oblio – spiega Francesca Zanfrognini a nome del duo – convinte che spesso nascondano dettagli meritevoli di essere recuperati e ricombinati in nuove creazioni che parlino al presente, strizzando però l’occhio al passato e al suo carico di storia”.

Tanto per capirsi, tutto questo può voler dire un abito da sposa degli anni ‘60 che si trasforma in un bracciale di pizzo, perle e bottoni; vestiti ricavati da vecchi kimono made in Tokio; o ancora altri capi e accessori impreziositi da charms e gioielli scovati nei mercatini di New York. Creazioni dallo stile globale e assolutamente contemporaneo, ma capaci al tempo stesso di preservare un’anima e un carattere inconfondibili e a loro modo inossidabili.

“Lavoriamo sempre su stock e rimanenze di collezioni del passato – prosegue Francesca – e già dalla scelta del nostro nome, ispirato ai versi di Guido Gozzano, cerchiamo di far passare l’idea che per ogni oggetto, anche se magari si tratta di ‘piccole cose di pessimo gusto’ per citare un’altra sua poesia, c’è sempre un ultimo sguardo da dare, alla ricerca di un particolare da salvare e destinare a nuova vita”.

Nuova vita che Francesca e Monica infondono con un lavoro rigorosamente manuale, fatto di ricerca, dedizione, ingegno e anche tanta fatica, e finalizzato alla realizzazione di edizioni limitate e spesso e volentieri di pezzi unici e di fatto irripetibili. “Considerato anche il tempo che spendiamo in giro per il mondo a caccia del materiale originario su cui lavorare – aggiunge – è davvero difficile quantificare quanto lavoro c’è dietro ad ogni singolo articolo. Ma quello che appaga più di tutto i nostri sforzi è sapere che questa attenzione ai dettagli, questa cura a volte quasi maniacale, viene sempre percepita da chi sceglie di comprare da noi”. E chiamata a scegliere una formula per sintetizzare l’essenza del loro brand, Francesca non ha esitazione: “Cerchiamo di proporre un mix ispirato di emozione e leggerezza. Si tratta di un traguardo ambizioso e non sempre facilmente raggiungibile. Quando lo centriamo però, vecchio e nuovo, passato e futuro, moda e sostenibilità cessano di essere opposti e convivono in un nuovo equilibrio in grado di parlare tanto agli occhi quanto al cuore”.

I vestiti e gli accessori di Felicita saranno esposti a Palazzo Tubertini dal 7 al 9 dicembre, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Intanto è possibile dare un’occhiata a sito www.signorinafelicita.com.

Tabatà, l’arca delle occasioni

Viaggiare è una sua loro grande passione, ed è anche per questo motivo che le tante cose raccolte in giro amano rimetterle in circolo, così che non la smettano mai di affascinare, sedurre, rapire. Loro sono Flavia ed Emiliano, da anni in navigazione nel mare aperto del vintage a bordo di Tabatà, vero e proprio vascello stipato di oggetti e rarità scovati e raccolti nelle botteghe e negli empori del mondo. “Veniamo da Modena e d’estate lavoriamo in Costa Smeralda, ma siamo comunque in costante movimento – ci dice Flavia – mossi dalla convinzione che ci sia sempre qualcosa di nuovo e interessante da scoprire, e che le scoperte meritino poi di essere condivise in altri posti e con altre persone”.

Tra le loro scoperte spicca ad esempio una ricca collezione di occhiali di moda nelle stagioni passate, oggetti che si distinguono sempre per qualche particolare che li rende unici e accattivanti. “Gli occhiali sono il nostro forte – dice – e la cura che dedichiamo a trovarli e selezionarli viene ripagata in pieno dalle tante persone che si concedono un piccolo, esclusivo privilegio ricomprandoli da noi”.

E di cura ce n’è tanta anche nella scelta e nella proposta di abiti da sera, borse e altri accessori, soprattutto femminili, che è possibile ammirare sui banchetti di Tabatà. Banchetti che presentano anche vere e proprie chicche vintage, come una vasta gamma di abiti da sera americani degli anni ‘70, e una ricca collezione di vestiti per bambini risalenti agli anni ‘60 e ‘70 e ai decenni successivi.

Ma l’offerta di Flavia ed Emiliano va anche oltre, abbracciando idealmente tutti i legami affettivi, compresi quelli con i nostri amici a quattro zampe. Sull’arca di Tabatà trovano infatti posto anche le stupende e originalissime creazioni di Patrizia Fratus, artista bresciana che riproduce dei mezzi busti in carta pesta di cagnolini, che indossano originali abiti e pizzi dell’Ottocento. I mezzibusti possono essere effettuati anche su richiesta, partendo dai ritratti dai clienti, e anche i visitatori di Bologna Vintage Market, in programma a Palazzo Tubertini dal 7 al 9 dicembre, potranno chiederne la realizzazione. Sempre in occasione della mostra mercato del vintage, Tabatà presenterà anche una collezione di pull di cachemire in puro stile vintage, mai indossati e quanto mai indicati per farsi un caldo e colorato regalo in vista del prossimo Natale.

Arte, Fashion & Furnishing, al Mina’s Lab il nuovo made in Italy è di casa

C’è chi non resiste al fascino delle grandi firme, e chi quando si tratta di moda, stile e produzioni vintage non la smetterebbe mai di scandagliare, alla ricerca di nuovi interpreti e delle ultime produzioni in materia. Cecilia Isola appartiene senz’altro a questa seconda categoria, ed è per questo che la sua boutique di Casola Valsenio, nel cuore della Romagna, sembra una finestra affacciata su tutto ciò che di più vivo ed interessante si muove ed agita nella nuova scena dei creativi italiani. “Nella bottega – spiega – cerco di dare visibilità a tanti giovani creativi che meritano la massima attenzione per il piglio, il dinamismo e il carattere con cui stanno smuovendo le acque del made in Italy”. Si tratti di artigiani, artisti, designer o stilisti, la missione di Cecilia è quella di fare luce sulle loro creazioni, e a prescindere dai vari stili e linguaggi esaltare la sensibilità sostenibile ed eco-friendly che le che accomuna.

Proposte a volte davvero originali e insolite, come la carta utilizzata per fogli di quaderni, book e materiale di cancelleria che grazie alla fantasia di Felice Botta viene ricavata dalla mucillagine veneziana. E rimanendo in tema di DOP, come non citare la linea di bellezza, le essenze e le profumazioni raccolte nella linea “Il giardino delle erbe”, i prodotti per la casa e per la cura della persona realizzati usando la Lavanda di Venzone, o i cosmetici all’olio di Toscana che è possibile trovare sugli scaffali reali e digitali di Cecilia?

“Tutto quello che vi finisce sopra – spiega la stessa – è frutto di una mia personale ricerca che privilegia la rarità e il dettaglio unico”. Vale anche per i tanti giovani stilisti italiani e internazionali che producono vestiti e accessori in modo assolutamente artigianale (Greta Pigatto,T shirterie, WHITE TSHIRT, Serena Digiacomo, Pink Bow, Mina Art, Adeline Creazioni, H2O, Aloe di Maurizio Sgarbi, Licia Woods per fare alcuni nomi), le piccole opere firmate da una nutrita schiera di artisti locali, e, da un anno a questa parte, la selezione di capi, accessori, borse e bijoux vintage provenienti dall’accurato e minuzioso lavoro di importanti uffici stile di case di moda italiane.

“Per ogni singolo oggetto passerei ore a spendere belle parole – prosegue Cecilia – così come mi viene naturale farlo per le creazioni della collezione Pommes De Claire”. Linea che un minimo di attenzione in più se la merita tutta, perché le creazioni della mantovana Chiara Savioli, grafica, pubblicitaria, modellista e soprattutto sarta per passione praticamente da una vita, sono davvero una gioia per la vista, il tatto e più in generale il senso del bello. Puliti e lineari come hanno saputo esserlo alcune delle più suggestive produzioni del passato, i capi di Chiara si caratterizzano per un pizzico di stravaganza che sprigiona spontanea da ognuno di essi. “È come se la voce dell’attualità si imponesse all’attenzione parlando da un corpo classico – conclude Cecilia – e ultimamente non la smetterei mai di ascoltare quella voce”.

Diversi capi griffati Pommes de Claire e altri prodotti di Mina’s Fashion Art Lab saranno esposti a Palazzo Tubertini, dal 7 al 9 dicembre, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Cecilia li presenterà in collaborazione con gli amici pesaresi titolari del negozio Dee Dee Vintage. Intanto, chi si fosse incuriosito può dare un’occhiata e cominciare ad acquistare qualcosa dal suo profilo Facebook.

Charly Max, vintage per gente di gusto

50.000 km in giro per l’Europa ogni anno possono essere tanti, ma per Sauro Sedioli sono il giusto prezzo da pagare per soddisfare una grande, inesauribile voglia di vintage. “Li percorro quasi tutti in auto, viaggiando molto in Spagna, Francia e Inghilterra – ci dice – e sono il mio personale pellegrinaggio per trovare oggetti, capi e accessori accomunati dal marchio dell’eccezionalità: chi ha la fortuna di trovarli e portarli con sé, sa di avere appena messo le mani su qualcosa di unico ed eccezionale”.
E in effetti nelle botteghe di Sedioli – Charly Max il loro nome – l’eccezionalità si respira nell’aria, e ha il profumo delle cose realizzate con la massima attenzione all’eleganza e alla qualità. Questo il marchio di fabbrica che caratterizza ad esempio i trench e i killer coat  Burberry e Aquascutum degli anni ‘70 scovati in terra britannica: “capi invernali che non passano mai di moda – dice Sedioli – e che da noi è possibile concedersi a prezzi assolutamente ragionevoli”. E lo stesso si può dire degli abiti, delle giacche e delle cravatte rigorosamente di sartoria napoletana, così come delle elegantissime doppia fibbia di “Di Mella”, anch’esse made in Napoli, che è possibile scegliere tra le collezioni in questo caso inedite offerte nei due store di Forlì e Milano Marittima.

“Non trattiamo solo pezzi vintage – spiega il titolare – ma siano capi nuovi o usati, puntiamo sempre al massimo connubio possibile tra stile e artigianalità, cercando di proporre un modo di vestirsi con un linguaggio e delle regole tutte sue, fondate il più possibile sul principio dell’esclusività”. “Un paio di pantaloni, un vestito e qualsiasi altro capo che abbiamo la fortuna di proporre, o ti calzano a pennello oppure no – prosegue – e in fiera ancora più che in negozio, o scatta immediatamente la scintilla, oppure c’è poco da fare, se non continuare a cercare. Ma se quella scintilla si accende, si può essere certi di essere entrati in contatto con l’originalità, perché è davvero difficile pensare di trovare qualcun altro con indosso lo stesso abito o accessorio”.

E quando abiti, borse e gioielli portano le firme di titani come Chanel, Hermès e Vuitton, solo per citare alcuni dei marchi trattati da Charly Max, il passaggio nei territori dell’eccellenza e del gusto diventa automatico. “Ecco – conclude Sedioli – se dovessi usare una sola frase per spiegare cosa contraddistingue la nostra offerta, dire che è solo per gente di gusto”.
Gli abiti e gli accessori vintage di Charly Max saranno esposti a Palazzo Tubertini, dal 7 al 9 dicembre, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Nell’attesa è possibile dare un’occhiata alla ricca offerta di Sauro Sedioli sulla  pagina Facebook della sua attività.

PX Military Store, lo stile indossa la mimetica

Se al fascino della divisa non sapete proprio resistere, PX Military Store è il posto che fa per voi. Si tratti di abbigliamento, accessori, equipaggiamento o altri articoli nuovi o usati che abbiano a che fare col mondo militare, il negozio si caratterizza come un vero e proprio arsenale mai a corto di rifornimenti per appassionati e cultori del genere. “Facciamo base su Prato – spiega il titolare Franco Messineo – ma vendiamo soprattutto su Internet, con un store on line, e in giro per l’Italia, portando a mostre, mercati e rassegne una selezione della nostra offerta”.

Offerta che sembra non conoscere confini né limiti temporali: dagli Stati Uniti all’Estremo Oriente, PX Military Shop copre tutto il territorio della produzione in materia, proponendo gli articoli attualmente in dotazione alle forze armate esistenti, ma anche divise e accessori storici, riproduzioni e repliche dei pezzi originali, e veri e propri oggetti da collezione. Tra questi ad esempio, anche divise e altri oggetti derivati dalle serietelevisive, con un occhio di riguardo per quelle a stelle e strisce, in virtù di rapporti diretti e di lunga data con fornitori e distributori statunitensi.

“Questi canali ci permettono di offrire a prezzi ragionevoli articoli altrimenti introvabili in Italia – afferma il titolare di PX – ed è sempre grazie a un rapporto privilegiato con un’azienda di Prato che riusciamo a proporre tenute da combattimento, accessori, capi tecnici e altre forniture per reparti d’elite italiani, prodotte qui da noi con la massima cura per dettagli e particolari”. E di dettagli e particolari che centrano in pieno il bersaglio dello stile e della qualità è ricca anche la collezione che riproduce i giubbotti e tanti altri capi indossati dai soldati americani durante la Seconda Guerra Mondiale. “Si tratta di articoli che rapiscono al primo sguardo – conclude Messineo – e siamo davvero orgogliosi di poterli proporre ai nostri clienti”.

La collezione dedicata alla Seconda Guerra Mondiale e un’altra ricca selezione dei prodotti targati PX saranno esposti a Palazzo Tubertini, dal 7 al 9 dicembre, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Nel frattempo è possibile dare un’occhiata al ricco catalogo sul sito www.pxprato.it e sulla sua pagina Facebook, e comprare capi, accessori e altri articoli dallo store on line.