Bologna Vintage Market, tesori riscoperti

Grazie alla mostra-mercato sul vintage e il remake, lo scorso weekend sono tornati alla luce mobili, oggetti di design, abiti e accessori d’epoca, insieme allo splendido palazzo Tubertini

Sarà stata l’estrosità degli espositori, sarà stata l’unicità dei capi o la creatività degli accessori proposti, sarà stata la bellezza della location e del suo allestimento, sarò stato il desiderio di avventurarsi in mondi nuovi o forse, più semplicemente, sarà stato il profumo del Natale… certo è che circa 10.000 persone lo scorso weekend hanno scelto di partecipare alla seconda edizione di Bologna Vintage Market.

Ad affollare le sale di Palazzo Tubertini, eccezionalmente aperte al pubblico in occasione della mostra-mercato, un flusso pressoché incessante di appassionati dell’arte del remake, amanti di tutto ciò che è vintage, insieme a tantissime persone spinte anche solo dall’idea di trovare un regalo originale.

In una Bologna sferzata da un gelo pungente e improvviso, i 40 espositori presenti sono stati scaldati dall’interesse e dalla curiosità dei visitatori: gioielli e biojux rigorosamente handmade, spille e cappotti in tessuti preziosi, abiti, scarpe e borse delle più grandi firme del passato e oggetti di modernariato e di design, pezzi unici e proposte creative di grande raffinatezza.

E per chi si è perso quest’edizione dell’evento, il prossimo appuntamento con lo stile e la creatività è per la prossima primavera; con il risveglio della bella stagione, avrete notizie di Bologna Vintage Market in versione 2013.

Porte aperte a Palazzo Tubertini con Bologna Vintage Market

In questo primo weekend dal sapore natalizio, Bologna Vintage Market può considerarsi a pieno titolo tappa obbligata dello shopping e del passeggio bolognese. Perché l’occasione, a ben vedere, è doppia.

 Si può approfittare dell’evento per ammirare Palazzo Tubertini, la cui bellezza è in fase di piena riscoperta, grazie all’opera di riqualificazione voluta dalla società Immobildue e dal suo project manager Salvatore Morelli e realizzata su progetto dello studio di architettura e design Iosa Ghini Associati.

Il restyling del palazzo – che prevede anche la ristrutturazione dell’adiacente Torre Uguzzoni del dodicesimo secolo – si inserisce tra le iniziative di miglioramento dello spazio pubblico da parte di privati, dal 2011 rese più semplici grazie al nuovo regolamento comunale. Bologna Vintage Market si svolge con il patrocinio del Comune di Bologna – Quartiere San Vitale e della Provincia di Bologna.

E alla visita del Palazzo – che durante i giorni di manifestazione è impreziosito dalle originali installazioni degli architetti di Doppio Spazio – si aggiunge la possibilità di scegliere regali di Natale cresciuti sotto l’albero dello stile e della creatività.

Circa 40 espositori mettono in mostra per Bologna Vintage Market il meglio delle loro collezioni: abiti, borse, accessori e bijoux vintage si accostano alla curata selezione di modernariato e oggetti di design, artigianato artistico e autoproduzioni all’insegna del riciclo e della valorizzazione di materiali d’epoca.

 Bologna Vintage Market, da cantiere di fatto a cantiere di idee.

Il progetto di Iosa Ghini Associati per il restauro di Palazzo Tubertini

La seconda edizione di Bologna Vintage Market è ospitata nella suggestiva cornice di Palazzo Tubertini, dimora storica risalente al 1770 e situata nel cuore della Bologna medievale. L’edificio, unico tra quelli privati al quale è annessa la Torre medievale degli Uguzzoni, è oggetto in questi mesi di una importante opera di ristrutturazione, finalizzata a conferirle nuovo lustro e nuove funzioni, con l’offerta di spazi commerciali al piano terra, e appartamenti in quelli superiori.

La riqualificazione sarà effettuata anche grazie al contributo del prestigioso studio di architettura Iosa Ghini Associati. “Il nostro intervento – spiegano i progettisti – mira alla realizzazione di un complesso organico e unitario, con la creazione di una galleria commerciale e il ripristino del collegamento coperto tra via Oberdan e la galleria Acquaderni al pian terreno, e la restituzione dei piano nobile, del secondo piano, dei locali appartenenti alla Torre e del sottotetto alla loro funzione abitativa primigenia, attraverso la costruzione di appartamenti e residenze”.

“L’obiettivo di fondo che ispira e guida il nostro lavoro – proseguono e concludono i rappresentanti dello studio – è di riportare in vita, al massimo del suo splendore, uno degli edifici più prestigiosi e rappresentativi della Bologna turrita”.

Abiti, bijoux e rarità, tra poche ore inaugura Bologna Vintage Market

Se parole come stile, eleganza e stravaganza vi scaldano il cuore, nel cuore di Bologna, da venerdì 7 a domenica 9 dicembre, c’è un posto che fa al caso vostro. Quel posto è Palazzo Tubertini, splendida dimora storica attualmente in fase di riqualificazione, ma pronta ad aprire eccezionalmente i battenti per ospitare Bologna Vintage Market, mostra mercato dedicata al vintage e al remake. In una location suggestiva e di assoluto pregio, tra abiti, borse, occhiali, cappelli, accessori, bijoux, mobili, oggetti di design, pubblicazioni e tanti altri articoli, di opportunità per trovare il prossimo regalo di Natale non ne mancheranno, e l’unico problema, si fa per dire, potrebbe essere proprio l’imbarazzo della scelta.

Della ricca e variegata offerta da parte di negozianti, collezionisti, artigiani e creativi presenti alla rassegna, Bologna Vintage Market ha reso conto con una serie di articoli pubblicati nelle scorse settimane sulle pagine di questo blog.

Ora che il tempo stringe però, per raccontare dei tanti altri protagonisti della moda, dello stile e del remake che hanno scelto di legare il proprio nome all’evento, occorre un piccolo sforzo di sintesi, di modo che i visitatori possano disporre della “mappa completa e aggiornata” delle occasioni.

Occasioni che si preannunciano davvero ghiotte: sarà ad esempio davvero difficile staccare gli occhi dalle elaborate creazioni dell’Atelier Lucchi, dalla gamma di abiti e accessori offerti da Francesca Zuffellato, e dalla ricca collezione di divise militari americane degli anni 50 e 60 proposte da Vintage Commando. Per gli amanti del viaggio e dell’esotico invece, non  si può non raccomandare una sosta allo stand di Gigolè, dove sarà davvero piacevole perdere la rotta tra scarpe, abbigliamento invernale e splendidi capi country, tutti ovviamente virati in salsa vintage. E dallo stesso gusto, con l’aggiunta di un piacevole aroma fruttato, sarà contraddistinta l’offerta di Valentina Amoroso, in arte “Come le Ciliegie”, presente a Palazzo Tubertini con una tiratura limitata di abiti e accessori prodotti utilizzando stoffe recuperate da stock e fallimenti, impreziosite da dettagli vintage. Per fare infine un vero e proprio tuffo nel passato più chic e cool, sarà possibile rovistare a piene mani nel Bauledistefy, stracolmo di cose usate poco, pochissimo e a volte addirittura mai, ma sempre contraddistinte da una qualità sopra la media.

Chi invece pensa che l’arte di vestirsi cominci dai dettagli, potrà rifarsi gli occhi presso gli stand di Cose di Carla, che fonde la passione per i bottoni d’epoca e quella per i giochi di contrasto creando pezzi unici di grande effetto; Annarita Vitali, presente con un vasto e affascinante campionario di bijoux contemporanei e d’epoca, accessori e anche oggetti di piccolo antiquariato; la Gioelleria Guidetti, dal 1926 punto di riferimento assoluto per i bolognesi in cerca di orologi, brillanti e altri magnifici gioielli vintage e di seconda mano, oltre che nuovi; e Casta Diva, in arrivo da Mogliano Veneto con una vasta serie di accessori glamour pescati dal meglio delle collezioni degli anni ’50 e ’60. E rimanendo in tema di un passato che non la smette mai di affascinare, un cenno particolare va assolutamente riservato ai tanti pezzi artistici del Novecento che sarà possibile acquistare rivolgendosi agli espositori di Bismarck Antichità.

E non finisce qui, perché se per il prossimo Natale siete in cerca di quel tipo di regalo che nessun altro metterebbe sotto il vostro stesso albero, è il caso che vi segniate i nomi di Silvia Aliano di Vintage Itinerante con i suoi tesori vintage e accessori e di Marco Lai, in arte Hell’s Kitchen, che dalla sfortuna di una foratura ha saputo inventarsi una produzione davvero originale di borse, t-shirt, camicie e magnifici oggetti in pelle ricavati e sapientemente rielaborati da camere d’aria, cinture di sicurezza e altri materiali che fanno tanto on the road.

Per non dire delle stilosissime signore di Refind, Le Chou Chou bijoux, La Zia Epi, Messie e Verdeconiglio che portano a Bologna Vintage Market loro creazioni e pezzi unici.

 

Elisabi, personalità tradotta sulla pelle

Elisabi, al secolo Elisa Baldassarri, ha un tale interesse per la moda che prima ancora di farne la sua professione ha scelto di dedicarle non una, ma addirittura due tesi di laurea. Sull’argomento insomma è difficile coglierla impreparata, e questo vale ancor di più se si stringe il fuoco su uno dei temi specifici delle sue discussioni, tema che le è entrato talmente nel cuore da caratterizzare anche una vera e propria svolta di vita. “La discussione riguardava l’arte del riciclo – spiega lei stessa – e in effetti dopo quella tesi è cambiato anche il mio modo di intendere e mettere in pratica l’idea di moda”.

“Si è trattato di una vero e proprio punto di ripartenza – prosegue – perché da quel momento, pur continuando a realizzare abiti come già facevo da un po’, sono stata letteralmente preda di una nuova, stimolante fissazione: destrutturare i vestiti, scomporli letteralmente in molecole, per crearne di nuovi, assecondando gli istinti e gli stimoli creativi scatenati da quella che mi pare essere una vera e propria liberazione di energia”. E di energia nelle creazioni di Elisa se ne avverte tanta: si tratti di bijoux, borse, accessori o capi di abbigliamento, nel suo laboratorio artigianale di Faenza la tensione di questo processo creativo si percepisce a pelle e, se indagata a fondo, ha sempre qualcosa da dire sul perché di un determinato taglio, stile o abbinamento.

“Spesso proviamo a comunicare qualcosa di noi indossando abiti – afferma lei stessa – ma io provo più soddisfazione a farlo con le cose che creo, e l’emozione più bella sboccia ogni volta che qualcuno si riconosce nei miei prodotti e li indossa quasi come se si sentisse a casa”. L’aspirazione massima, rimanendo alle sue parole, è perciò quella di affermarsi come un vero e proprio “traduttore di personalità”. “Assieme all’imperativo di lavorare solo a mano – spiega e prosegue Elisa – si tratta dell’unico altro comandamento che osservo, impegnandomi nella produzione di pezzi unici e combinando per farlo a volte materiali nuovi e usati, delle altre solo nuovi, e altre ancora solo usati”.

Ed è in quest’ultima tipologia di mix che rientrano le creazioni ricavate dai vecchi abiti di alcune delle clienti del suo laboratorio. Elisabi lavora infatti anche su vecchi capi ai quali le persone sono particolarmente affezionate, ma che non indosserebbero più perché ormai passati di moda, usandoli come materiale originario per il disegno di nuovi modelli che tengano insieme le linee e le forme del presente, con il dolce retrogusto del passato. Discorso che viene ripreso, ma concentrandosi in questo caso su dettagli e particolari, per altri interventi quali riparazioni di sartoria e personalizzazioni di capi come divise da lavoro e biancheria, servendosi alla bisogna di piccoli ricami, immagini, loghi o altri tipi di marchi, anche forniti direttamente dai clienti.

Infine, per tornare al curriculum, non si possono non citare gli oggetti di design frutto degli anni di studio di Elisa. Tra maniglie, ciotole, altri tipi di contenitori e soluzioni per lo spazio, anche questa produzione fa parlare di sé per la scelta di contare su “dettagli discreti” e mai in cerca di clamore. “Se alla base ci sono stile e carattere – conclude lei stessa – basta lasciarli parlare da soli. Chi ha orecchie per sentire, e soprattutto occhi per apprezzare, alla fine riesce sempre a capire quanto di bello e interessante hanno da dire”.

I vestiti e le creazioni di Elisabi saranno esposti e Palazzo Tubertini, dal 7 al 9 dicembre, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Un saggio della sua produzione, e la filosofia che la sottende, sono presentati sul sito www.elisabi.it e sulla sua pagina Facebook.

La Crisalide, il vintage in versi

Maria Alloisio ama la poesia e il vintage con la stessa intensità, e siccome non riesce proprio a pensare che una delle due passioni possa avere il sopravvento sull’altra, ha deciso di unirle entrambe in un unico, suggestivo progetto. Il progetto si chiama “Crisalide”, e come un bozzolo raro e prezioso custodisce versi e vestiti, anzi, per essere più precisi, un verso per ogni vestito.“Propongo e associo un abito per ognuna delle poesie che mi capita di comporre – afferma Maria – mossa dalla convinzione che il vintage e la poesia vivano e si alimentino di sogni, e soprattutto che entrambi siano destinati a rinascere ogni volta che qualcuno rilegge un verso, oppure indossi un abito già appartenuto ad altri”.

Quando si entra nella sua bottega di Orzinuovi, in provincia di Brescia, viene perciò da pensare di essere finiti tra le pagine di un bel libro che narra di cose fatte bene e con cura. E sfogliandolo non si può fare a meno di continuare a cullarsi tra immagini e metafore: tagli, cuciture, tessuti e altri minuziosi particolari sembrano quasi virgole e pause di respiro in grado di dare anima e carattere a vestiti e accessori che hanno sempre qualcosa di interessante e ispirato da dire. “D’altronde – spiega la stessa Maria – fin da quando ero piccola e andavo in pellegrinaggio in veri e propri templi del vintage come la Montagnola di Bologna o la Fiera di Napoleone a Milano, ho pensato che quei vestiti bellissimi fossero dei piccoli tesori, e che nella mia vita sarebbe stato bello poterne scoprire e riproporre il più possibile”.

Un desiderio che Maria è riuscita a realizzare, mostrando tra l’altro sempre la massima considerazione per un’idea, quale quella del vintage, non immune da attacchi e cattive interpretazioni. “Dopo il grande boom degli ultimi anni – precisa – l’usato, che ormai tutti chiamano vintage senza fare a volte grosse distinzioni tra le offerte, è stato vittima di grandi speculazioni economiche e di immagine, con tutto quello che ne è derivato sia per quanto riguarda i prezzi, sia se si pensa alla qualità delle proposte”.È anche per questo motivo quindi che all’interno del suo negozio un cartello specifica a chiare lettere che la Crisalide offre “vestiti usati”, e non vintage. Le serve, spiega, per rispettare un ideale di riciclo che va al di là della moda e del fashion, e affonda le radici in una convinzione etica tramandata dalla sua famiglia contadina: “fin da bambina mia madre mi vestiva con abiti usati, con abiti riciclati, i soldi erano pochi ma la dignità era grande”.

“Ho sempre tenuto fede a questo universo – prosegue Maria – così come ho fatto e continuo a fare quando mi dedico a quello parallelo della poesia”.

E i risultati nella bottega della Crisalide e nei mercatini dove le capita di esporre si vedono e ancora prima avvertono nell’aria. Per Maria i vestiti e gli accessori sono preziosi depositari di storie e come tali vanno trattati. Storie scritte con ago e filo, che parlano di chi li ha indossati e dello stile con cui lo ha fatto. “Il mio compito – conclude – è di accogliere quelle storie, rispettarle quanto più possibile e fare di tutto perché altre persone, indossando nuovamente quei capi, possano magari continuare a scriverle e alimentarle in prima persona”.

I capi e gli accessori de La Crisalide saranno esposti dal 7 al 9 dicembre a Palazzo Tubertini, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Intanto è possibile conoscere l’offerta di Maria sul sito www.lacrisalidevintage.blogspot.it e sulla sua pagina Facebook (www.facebook.com/LaCrisalide).

Madame S, Femminile Singolare

Madame S è Simona Bandini, “ragazza vintage anche nella vita di tutti i giorni”, come ama definirsi, tenendo insieme in un’unica formula le due passioni sulle quali sta costruendo la sua professione. Queste passioni sono la femminilità, anzi la “iperfemminlità” per tornare alle sue parole, e tutto il meglio che il passato ha saputo produrre per vestire, valorizzare e abbellire le donne. “Certo – ci dice – Audrey Hepburn e Coco Chanel di fascino ne avevano da vendere a prescindere, ma come non ricordare il tubino nero indossato dalla prima o le leggendarie collane di perle sfoggiate dalla seconda? E come non riconoscere che è anche grazie a questi stupendi particolari che sono diventate icone senza tempo?”. In effetti sarebbe difficile farlo, diciamo anche impossibile, così come sarebbe difficile negare che, si tratti di cappelli, cuffiette, abiti o accessori, tutto quello che vive del tocco di Madame S ha un inconfondibile e seducente gusto retrò. “Mi metto in gioco ogni giorno per infondere alle mie creazioni lo charme e lo stile delle dive del passato – prosegue Simona – provo a farlo con amore e la minima attenzione al dettaglio, convinta come la Chanel che la moda cambia ma lo stile resta, così come che l’eleganza, quando è sobria e ispirata, non passa mai inosservata”.

E inosservati non passano i suoi bijoux realizzati con perle e pietre dure e rallegrati dalle tante gamme di tagli e colori, scelte anche in base alle stagioni e alle richieste delle clienti. Né si rimane indifferenti al cospetto dei tanti cappelli – dalla calottina anni ’20, al basco alla francese, ai modelli “a cloche” – lavorati all’uncinetto con lane, feltro e fettucce morbidissime a seconda dei casi, e decorati con fiocchi in raso, pizzi, fiori in tessuto e altri piccoli, suggestivi dettagli.

“I dettagli e i materiali sono come colori su una tavolozza che cerco di usare per rendere particolare ogni singolo accessorio – spiega Simona – e anche in questo caso gli oggetti che arrivano dal passato, magari scovati per caso in un mercatino dell’antiquariato o nel baule della nonna, sono quelli più adatti per attribuire stile e carattere alle mie creazioni”. Creazioni che, per quanto riguarda gli accessori, Madame S realizza anche in base alle collezioni che i negozi con cui collabora hanno scelto nel loro campionario, affinché abiti e oggetti, ci dice, “possano essere perfettamente abbinati e parlare lo stesso linguaggio”.

Un linguaggio che Simona tesse e sviluppa con ago, filo e tanta perizia artigianale, provando a ricamare storie al femminile che sappiano parlare tanto agli occhi quanto al cuore. “Ognuna di noi è legata alla sua personalissima storia – conclude – e la mia piccola, grande missione è quella di realizzare capi ed oggetti unici come le donne che sceglieranno di indossarli”.

Le creazioni di Madame S saranno esposte a Palazzo Tubertini, dal 7 al 9 dicembre, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Nell’attesa è possibile ammirarle e farsi un’idea del loro stile sul sito www.madames.it.

Aloe, vintage e remake con lo sguardo sbarazzino

San Matteo della Decima, nel cuore della bassa emiliana, è la “patria” del cocomero e del melone. Ultimamente però, sta facendo parlare di sé anche grazie ad una firma che ha puntato con determinazione su una produzione dal sapore neovintage e remake altrettanto gustosa, energetica e colorata. La firma si chiama Aloe Fashion, e a proporla è Maurizio Sgarbi, vero e proprio “figlio d’arte” di una tradizione sartoriale che non ha perso la forza di innovare, sedurre e conquistare. “Mia madre lavorava nel campo della lingerie artigianale di alta fascia – afferma – poi quando questo settore ha dovuto piegarsi e vendere l’anima ad altre logiche, ha deciso di lanciarsi in proprio nell’abbigliamento, e quel punto anche io, nato e cresciuto a pane e tessuti, ho seguito la sua vocazione.” E così se la mamma di Maurizio ancora oggi dà un prezioso contributo disegnando le confezioni assieme ad alcune amiche ed ex colleghe, a lui spetta il compito di mantenere al passo coi tempi questa tradizione. “Anzi, anche qualche passo avanti”, come dice lui stesso col sorriso sulle labbra.

“Cerco di proporre un made in Italy orgoglioso di essere tale, e allo stesso tempo di innovare il concetto di remake”, spiega Maurizio. “Per questo – prosegue – se con i materiali mi rifornisco solo ed esclusivamente con tutto ciò che sa e profuma di vintage, per quanto riguarda la modellistica provo a essere il più possibile contemporaneo, quando non proprio visionario e un po’ spregiudicato”. Concetti e parole d’ordine che prendono corpo, anima e colore in tre linee: Uomo, Donna e Aloe, quest’ultima particolarmente votata ad assecondare le fantasie del papà.

Papà, come si definisce lo stesso Maurizio, “perché “Aloe è la mia vera bambina, oltre che un prodotto talmente avanti da aver visto cose che noi umani, a volte, neanche immaginiamo”. E se il riferimento alla migliore fantascienza contiene ovviamente le sue giuste dosi di ironia (“in fondo, nel campo della moda nessuno inventa niente da zero”, dice lo stesso Maurizio), un briciolo di verità in queste parole non manca. “Me ne sono accorto – continua il titolare – quando due anni dopo avere pensato e prodotto una sciarpa dotata di maniche, ho visto un prodotto praticamente uguale in un negozio di Londra. E non si è trattato della prima né dell’ultima volta che sono rimasto sbalordito di fronte a sorprese di questo tipo”. Più in generale, oltre ad avere lo sguardo proiettato al futuro, Aloe di distingue per un approccio sempre naturale alla vita, e una versatilità che solo una bambina dalla mente aperta e ispirata potrebbe vantare. “I tessuti che utilizzo per questa linea sono viscose, lini, cotoni e comunque mai materiali sintetici, e anche i ricami fatti su di essi sono del tutto naturali – spiega Maurizio – mentre per quanto riguarda i tagli l’idea è di essere sintonizzato il più possibile sul presente e sul fatto che ogni donna potrebbe avere una propria idea su come indossare e sfoggiare quei capi”. Per questo i prodotti di Aloe nascono già con l’idea di potere cambiare in corso d’opera, magari con un colpo di ago e filo che chiunque può dare recuperandoli dal cartellino, o con nuove colorazioni che è possibile effettuare, trattandosi di prodotti naturali, con un semplice e rapido passaggio in lavatrice. “Aloe è una bambina che ogni giorno si sveglia con un pensiero diverso sul come stare al mondo – prosegue Maurizio – ama molto guardarsi allo specchio e si cambia d’abito a seconda del proprio stato d’animo. È così che la immagino e la coccolo nella mia mente, ed è così che spero la interpretino e soprattutto se la sentano addosso le mie clienti”.

Clienti che non mancano, considerati gli oltre 30 negozi riforniti in Italia e lo straordinario giro del mondo che stanno facendo le produzioni di Maurizio. E alcune di queste produzioni saranno esposte e messe in vendita anche in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market, in programma dal 7 al 9 dicembre a Palazzo Tubertini, nell’attesa che tornino ad essere presentate anche on line nella nuova versione del sito www.mauriziosgarbi.it, attualmente oggetto di restyling.

“Il Borsaiolo”, bellezza, qualità e unicità a portata di mano

A un passo dallo splendido Arco del Meloncello e dallo Stadio Dall’Ara, ai piedi di quel Santuario di San Luca che la identifica in Italia e nel mondo, Bologna ospita una bottega che chi adora le borse non può non conoscere.Quel posto è il piccolo tempio laico di Marco Ferriani, in arte “Il Borsaiolo”, da anni custode di una tradizione artigianale che fa dell’appagamento dei clienti il proprio vanto principale. Marco infatti non si limita a progettare e vendere collezioni di borse ad importanti brand italiani e stranieri, arrivando anche a New York, ma ne realizza di proprie e le propone ai privati, nel suo laboratorio di Via Saragozza, e presso alcuni commercianti locali. Quattro i marchi, tutti ovviamente registrati, coi quali differenzia le proprie proposte: “Marco Ferriani”, “MF”, “Il Borsaiolo by Marco Ferriani” e “Made in Saragozza 219, Italy by Marco Ferriani”.

Creazioni artigianali ed originali che partendo dai desideri e dal personalissimo senso estetico di chi quelle borse dovrà poi portarle con sé, si caratterizzano sempre come un piccolo, grande prodotto d’artigianato che, spiega lo stesso Marco, rappresenta “un vero e proprio ritorno al futuro”. “Tutto quello che viene creato in questo laboratorio ha un destino assolutamente unico e particolare – prosegue – e quel destino comincia a prendere forma quando un nuovo cliente varca la porta e mi parla delle emozioni che vorrebbe provare a lavoro ultimato, quando la borsa sarà pronta per essere consegnata”. Prima ancora di poterla personalizzare riempiendola con le proprie cose, chi si rivolge a Marco sa perciò di poter dare una impronta del tutto speciale alla borsa fin dalle fasi di ideazione e progettazione, per proseguire poi con la scelta dei materiali e dei dettagli, lungo un percorso costruito e pensato su misura esclusiva dei suoi gusti e bisogni.

Gusti e bisogni che Marco è chiamato a interpretare usando le pelli e i tessuti più indicati e producendo rigorosamente a mano ogni singolo pezzo,  guidato da una manualità sapiente e ispirata che tiene insieme la ricercatezza e la cura per il dettaglio, con la massima semplicità e linearità. “Per la realizzazione di alcuni accessori e particolari ci rivolgiamo ad artigiani della zona o comunque solo italiani – aggiunge “Il Borsaiolo” – e questo ci permette sia di assicurare la massima qualità, sia di garantire i tempi di consegna concordati, anche quando si tratta di piccole produzioni che pure produciamo ”. Siano comunque pezzi singoli o serie limitate, le borse di Marco si distinguono sempre per la capacità di dire qualcosa di originale, in virtù di un linguaggio e di sfumature espressive che solo i migliori artigiani sanno infondere alle proprie creazioni.

“Il marchio ‘Il Borsaiolo’ – continua Marco – ha forza e vive del piacere di alludere e portare rispetto, con un po’ di sana ironia, a chi, come me, servendosi delle mani, esercita un mestiere che permette di realizzare i sogni propri ed altrui”. E rimanendo in tema di ironia fino alla fine, Marco ringrazia i clienti con un packaging che, nella sua formula  all’americana e un po’ veloce, “thnk for ur money”, si caratterizza come un ulteriore elemento di stile, signorilità e attenzione ai particolari.

Alcune borse e altri accessori di Marco Ferriani saranno esposti dal 7 al 9 dicembre a Palazzo Tubertini, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Nel frattempo è possibile dare un’occhiata al sito www.marcoferrianiborse.net e alla sua pagina Facebook.